Barnard: perché la verità non avrà mai spazio in televisione

Voi vi siete accorti di aver un presidente del consiglio? Io no. Letta non è, è nulla, non so come dire: impalpabile, aria fritta, un ologramma pallido». Paolo Barnard guarda oltralpe: «I francesi si sono accorti che per fare pareggio di bilancio e per arrivare al 3% di deficit dovrebbero devastare tutta la loro piccola, media e grande industria nazionale, imponendole tasse impossibili». Così, il ministro francese delle finanze, Pierre Moscovici, ha avvertito Draghi, la Commissione Europea e la Germania: la Francia non rispetterà né il pareggio di bilancio né il contenimento del deficit entro il 3% del Pil. «Poi ci siamo noi, quelli che fanno pietà, con l’ologramma pallido che ci guida», incapace di spendere – per ricostruire l’Aquila – lo 0,1% di quello che spenderanno i francesi. Insieme all’Aquila, «rimarranno distrutti i nostri imprenditori tassati dal 50 al 70%, i nostri disoccupati, la nostra economia». Con il contributo decisivo di chi depista l’informazione: i media, che oscurano la verità e puntano tutto su intrattenitori finto-alternativi. Continua a leggere

Il latte di Chernobyl

http://www.greenreport.it

Aslihan Tumer *

KIEV (Ucraina). Da bambina, il latte davvero non mi piaceva, non importa quanto mia madre cercasse di metterci zucchero o cioccolato. Ancora non mi piace molto. Questo è stato un piccolo problema tra mia madre e me quando sono cresciuta. Oggi sono un’attivista di Greenpeace e sono andata in un remoto villaggio dell’Ucraina. La nostra missione era quella di verificare la contaminazione del latte nell’area. Eravamo a circa 4 ore di auto da Chernobyl e anche qui si può vedere la contaminazione, soprattutto nel latte, un alimento che qui è una parte molto importante della dieta quotidiana. Continua a leggere

Rifiuti elettronici: l’inchiesta di Greenpeace spinge l’Ue ad occuparsi del caso

http://www.ilcambiamento.it/legislazione_ambientale/rifiuti_elettronici_inchiesta_greenpeace_ue.html

Dopo il lancio della video inchiesta di Greenpeace sulla problematica adozione in Italia del decreto ‘uno contro uno’ per la raccolta dei rifiuti elettronici, arriva la prima risposta da parte della Commissione europea che chiede ora chiarimenti all’Italia in merito al mancato rispetto della legge.
di Greenpeace –

Finalmente arriva la prima risposta dell’UE dopo il lancio della video inchiesta di Greenpeace sulla problematica adozione in Italia del decreto ‘uno contro uno’ per la raccolta dei rifiuti elettronici. L’interrogazione presentata dall’eurodeputato Sonia Alfano alla Commissione europea, sull’esito dell’indagine pubblicata dall’associazione lo scorso dicembre, ha spinto la Commissione a chiedere chiarimenti all’Italia.

Secondo il decreto ‘uno contro uno il rivenditore hi-tech ha l’obbligo Continua a leggere

SPOT PRO NUCLEARE BLOCCATO DAL GIURÌ. GREENPEACE:“ERA UNA PARTITA TRUCCATA”

ROMA, 23.02.2011 – Greenpeace accoglie con soddisfazione la decisione del Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria che ha bloccato la messa in onda dello spot promosso dal Forum Nucleare, perché “ingannevole”. Da quando le tv nazionali hanno cominciato a trasmetterlo a dicembre, Greenpeace ha denunciato su tutti i suoi canali le contraddizioni e le falsità della campagna pubblicitaria del Forum. «La decisione del Giurì risale al 18 febbraio ma stranamente la notizia è stata pubblicata solo il 22 in un blog del sito del Sole24Ore. Anche questo – chiede Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare – è effetto dei 6 milioni spesi dal Forum?». Continua a leggere

truffa nucleare non si ferma

3La lista dei siti presentata dalla Sogin è un altro esempio della “truffa nucleare” che il governo Berlusconi sta preparando agli italiani. Solo ieri, infatti, è giunta notizia (Sole24Ore) che il Presidente Berlusconi, ministro per lo Sviluppo economico ad interim, aveva chiesto alla Sogin di non pubblicare e proseguire con il piano di localizzazione.

Le ragioni esplicite sono due:

1. I criteri per la definizione dei siti idonei dovrebbero essere quantomeno “validati” da un’Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi in cui questa tecnologia esiste, è la massima autorità di garanzia per la sicurezza. Purtroppo l’Agenzia non esiste ancora e dunque non può aver emesso alcun criterio di scelta. Peraltro, quando verrà costituita, avrà un centinaio di tecnici (ce ne vorrebbero almeno 400)  provenienti da Ispra ed Enea, molti dei quali prossimi alla pensione.

2. Lo studio andrebbe prima sottoposto a Valutazione ambientale strategica. Ma, si sa, in Italia le valutazioni ambientali è meglio non farle. Il governo Berlusconi mostra dunque un’arroganza che viola ogni principio di trasparenza e dibattito democratico: si producono gli studi di localizzazione prima di aver presentato criteri di esclusione e valutazioni ambientali e aver fatto – almeno formalmente – una consultazione con i portatori di interessi.

Un’altra ragione, non esplicita, riguarda forse probabili elezioni della prossima primavera: nonostante la martellante propaganda a favore del nucleare, non sembra che gli italiani siano favorevoli. Ma forse la lettera del Presidente è arrivata troppo tardi alla Sogin.

Giusto per completare il quadro della “truffa nucleare” del governo, corre voce che si voglia dare all’elettricità da nucleare oltre che la precedenza sulla rete elettrica anche un prezzo fisso (dunque fuori mercato) di 90-100 euro al MWh: il 50-60% in più del prezzo attuale alla Borsa elettrica.

A meno che la truffa nucleare non sia molto più semplice: creare un quadro giuridico per poter firmare i contratti, che si sa non verranno mai rispettati, emanare un decreto che copre con garanzie pubbliche questi contratti (atteso per ottobre) e poi scaricare le penalità sulle bollette degli italiani. Una specie di assalto alla diligenza che oltre a dare risorse a qualche gruppo industriale (francese e italiano) avrebbe come effetto quello di fermare lo sviluppo delle rinnovabili.

P.S. Nel frattempo giunge oggi notizia che la francese Gas de France-Suez, società attiva anche nel nucleare, ha abbandonato il progetto di costruire un reattore EPR a Penly, in Francia. Chissà che il rapporto commissionato dal governo sullo stato confusionale dell’industria nucleare francese abbia consigliato di lasciar perdere.E’ di ieri, invece, la notizia che l’azienda CEZ della Repubblica Ceca ha abbandonato la società costituita per costruire due reattori nucleari in Romania (nella quale Enel ha una quota di minoranza).

g_onufrio_ed_gp_ita

Giuseppe Onufrio
Direttore Esecutivo, Greenpeace Italia